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  • Museo di Arte Sacra Cavaliere Argentiero

Museo di Arte Sacra “Cavaliere – Argentiero”

Palazzo Cavaliere risale alla fine del ‘600 quando la famiglia De Angelis affidò il progetto di costruzione della chiesa di Sant’Anna e della piazza antistante al chierico ed architetto mesagnese Francesco Capodieci. Per la realizzazione dell’attuale piazza Orsini del Balzo i De Angelis acquistarono l’intero isolato e demolirono le case modificando così l’impronta medievale di questa parte del borgo.
Recentemente, il Palazzo è stato acquisito dal Monastero Benedettino di San Pietro di Ostuni e destinato a Museo di Arte Sacra in concerto con la Parrocchia di Ognissanti di Mesagne. Di seguito una descrizione del percorso espositivo.
La prima sala intitolata Monastero di San Pietro espone argenti, tra i quali il crocifisso con base in argento commissionato dalla badessa Giustina De Benedictis nel 1683, paramenti di proprietà della comunità benedettina ed una tela ovale di Domenico Pinca (Mesagne 1746-1813) raffigurante la Madonna del Carmine.
Nella seconda sala, continua l’esposizione degli argenti provenienti dal Capitolo di Mesagne e dal Monastero delle Benedettine di Ostuni e documenta con i manufatti esposti il prestigio dei due Enti. Gli argenti esposti sono principalmente di fattura napoletana. Croci argentate, tabernacoli, calici, navicelle, cucchiaini, lampade, coppe, secchielli, aspersori, incensieri, navette, turiboli, ampollieri, anelli, vasetti, portella di tabernacoli, guantieri, vassoi, vasetti in argento fuso, sbalzato, cesellato o parzialmente dorato.
Le sale 3 e 4 sono riservate al Capitolo Collegiale ed espongono i suoi preziosi paramenti sacri.
E’ una raccolta che copre un arco cronologico che va dal XVI al XIX secolo di diverso valore e interesse.Vi sono esposti, Tonacelle, piviali, conopei da tabernacoli, pianete, veli da calice, stole, manipoli, borse, di vari tessuti con vari ordini, trame e disegni.
Di particolare interesse il Parato in oro del Capitolo di manifattura napoletana della seconda metà del XVIII secolo costituito da una pianeta, due tonacelle, due stole, tre manipoli, velo calice, borsa, conopeo per tabernacolo, paliotto, piviale e velo omerale ed è in Gros de Tours di seta avorio ricamato in oro.
Nella sala 5, quella dei Legni dipinti. I tronetti per l’esposizione eucaristica sono laccati e dorati, come le palmette d’altare. La panca esposta è di un ignoto artigiano meridionale del XVIII secolo e fa parte dell’arredo ecclesiastico della collegiata mesagnese probabilmente usata per far sedere i diaconi e l’officiante durante le celebrazioni solenni.
La sala 6, detta delle Benedettine, è dedicata ai paliotti e paramenti sacri del monastero, preziosi ricami liturgici che raffigurano San Benedetto, San Pietro e l’Immacolata Concezione.
La sala 7 alla Civitas Marìae, una devozione legata alla storia, una quotidianità e un’alleanza fedele e vigorosa che sono a fondamento del pubblico riconoscimento di Mesagne come città mariana. La città celebra il 20 febbraio di ogni anno come un giorno di grande festa in onore della sua Protettrice, la Madonna del Carmine come ringraziamento per la protezione ricevuta per lo storico evento del terremoto del 20 febbraio 1743.
La sala 8 è dedicata al Monastero di Santa Maria della Luce di Mesagne oggi non più esistente. Fondato nel 1581 dai coniugi Alfonso Caputo ed Aquila Giovannone e poi accresciuto dalla donazione di altri benefattori. Si trovava nell’attuale Piazza Commestibili. Nell’agosto del 1582 la costruzione del monastero fu ultimata ed entrò il primo nucleo di ventitré religiose, guidate dalla badessa Angelica Azzolini. Nel corso degli anni il monastero di Santa Maria della Luce fu ampliato e modificato. Con le leggi del 1866 sulla soppressione delle corporazioni religiose il Monastero di Santa Maria della Luce fu incamerato nel “Fondo per il Culto” e le monache nel 1906 furono definitivamente trasferite presso le benedettine di Ostuni.
La sala 9 è dedicata a Don Saverio Martucci (1923-2009) sacerdote mesagnese.
Nella sala 10 è conservato l’Archivio Capitolare i cui documenti raccontano la storia della città di Mesagne dalla dominazione spagnola alla caduta del Regno di Napoli. I documenti conservati testimoniano come spesso il Capitolo di Mesagne abbia difeso la comunità mesagnese dai feudatari.
Di particolare interesse storico sono i due catasti antichi del 1588 e 1627, perchè forniscono informazioni preziose per conoscere le strutture familiari, il tessuto urbano, l’aspetto culturale ed economico della città.

Bibliografia e sitografia
Museo di Arte Sacra “Cavaliere – Argentiero” disponibile su: cartapulia.it/dettaglio?id=133201
Museo di Arte Sacra “Cavaliere – Argentiero” Mesagne (BR). Brundarte. disponibile su: brundarte.it/2017/04/28/museo-di-arte-sacra-cavaliere-argentiero-mesagne-br/