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  • Santuario di Mater Domini

Santuario di Mater Domini

La Chiesa di Mater Domini, a pianta centrale fu edificata su progetto del mastro ingegnere Michele Profilo tra il 1605 ed il 1606. La chiesa venne costruita con i fondi raccolti dai nobili mesagnesi, Pietro Resta e Nicola Capodieci affiancati da Pompeo Falcone di estrazione popolare.

La raccolta dei fondi per la costruzione della chiesa durò dal 1958 al 1606, una volta raggiunta la somma necessaria si procedette all’abbattimento della cappella nella quale vi era l’affresco miracoloso della Vergine con il Bambino e si diede il via alla costruzione della nuova chiesa.
La chiesa è menzionata per la prima volta nella visita pastorale del 1606 di monsignor Giovanni Falces, in quella occasione l’arcivescovo autorizzava lo smontaggio delle travi del tetto della chiesa di Santa Maria in Betlem ed il loro utilizzo come impalcatura nella chiesa che si stava costruendo.

La chiesa di Mater Domini, non avendo rendite fu associata dall’arcivescovo Falces alla mensa vescovile e successivamente nel 1688 in essa si insediò la confraternita degli Schiavi di Maria.
Questa confraternita, formata esclusivamente da contadini ebbe il merito di provvedere con proprio denaro alla realizzazione della volta e della cupola innalzate tra il 1711 ed il 1715.

Nel 1731 il Regio Tavolaro Pietro Vinaccia fa una descrizione puntuale della chiesa, e da questa si deduce che i lavori non erano ultimati, sappiamo che i lavori della cupola vennero terminati ai tempi dell’arciprete Antonio Morranza, nel 1740.

Il santuario, a croce greca, con le sue forme geometriche si distingue dalle altre costruzioni del periodo. La facciata, tripartita, con portale al centro sormontato da un timpano dove è alloggiato un affresco della Vergine col Bambino.
Ai lati del portale vi sono due nicchie con statue provenienti dall’ex convento dei PP Cappuccini.

Sulle lesene centrali dell’ordine superiore vi sono due sculture di angeli ed in asse con il portale una finestra con vetrata. I due ordini in stile ionico sono sormontati da un fastigio nel quale è presente la scritta con le lettere A-M sovrapposte “Ave Maria”.
All’interno oltre all’altare principale ve ne sono altri quattro ai lati del braccio trasversale.
Sull’altare principale troviamo l’affresco della Vergine col Bambino, probabilmente di origine bizantina, fortemente ritoccato dal pittore Gian Pietro Zullo nel 1606.
Nell’abside nord è da segnalare il dipinto dell’Assunzione di Maria della metà del XVIII sec. di autore ignoto, il tondo con Giuditta ed Oloferne e la grande tela con l’incredulità di San Tommaso, attribuita al pittore mesagnese Gian Pietro Zullo datata 1598. Nell’abside sud vi è l’Annunciazione sempre della metà del XVIII sec., anche questa di autore ignoto, poi la statua della Madonna di Mater Domini, e la tela della Deposizione della metà del XVII sec.

Bibliografia e sitografia
Luigi Greco, 2001 Storia di Mesagne in età barocca vol III L’architettura sacra nella storia dell’arte, Schena Editore
Antonio Profilo 1894 Vie piazze vichi e corti di Mesagne – Ragione della nuova loro denominazione Ostuni Tipografia Tamborrino
Angelo Sconosciuto, Domenico Urgesi, Mario Vinci, 2001 L’apprezzo del Feudo di Mesagne eseguito da Pietro Vinaccia nel 1731 con l’aggiunta di documenti inediti. Schena Editore
Massimo Guastella, 1993 Inventario della pittura sacra di età moderna nelle chiese di Mesagne
Il Santuario di Mater Domini – Mesagne. Brundarte, disponibile: brundarte.it/2013/11/24/il-santuario-di-mater-domini-mesagne-br/